Come aprire un’attività di vendita all’ingrosso

Per commercio all’ingrosso si intende l’attività svolta da chiunque, professionalmente, acquista merci in nome e per conto proprio e le rivende ad altri commercianti, all’ingrosso o al dettaglio, o ad utilizzatori professionali, o ad altri utilizzatori in grande. Tale attività può assumere la forma di commercio interno, di importazione o di esportazione (Art. 4 – D.Lgs. 114/’98).

Non sono commercianti all’ingrosso coloro che vendono direttamente a privati consumatori o rivendono occasionalmente merci precedentemente acquistate oppure vendono beni di propria produzione a chiunque.

Per aprire un’attività di vendita all’ingrosso occorre:

Presentare SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)- Modello A – al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune del territorio in cui viene svolta l’attività.

L’attribuzione della partita IVA;

L’apertura di una posizione contributiva, cioè l’iscrizione all’INPS, utile per il versamento dei contributi necessari per l’accesso al trattamento pensionistico.

L’apertura della posizione INAIL, cioè l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro;

L’Iscrizione al registro delle imprese della camera di commercio.

Dal 1 aprile 2010 tutte queste pratiche devono essere inviate telematicamente tramite il canale “comunicazione unica” al registro delle imprese.

Lo svolgimento dell’attività di commercio all’ingrosso (alimentare e non alimentare) è subordinata al possesso dei requisiti morali previsti dall’art. 71 del D.Lgs 59/2010, il possesso dei requisiti professionali è stato, infatti, soppresso dal D. Lgs 147/2012, a decorrere dal 14/9/2012.

I requisiti morali previsti dall’art. 71 del D.Lgs. n. 59/2010 e s.m.i. sono i seguenti:
1. Non possono esercitare l’attività commerciale di vendita:

a. Coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione;

b. Coloro che hanno riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni, sempre che sia stata applicata, in concreto, una pena superiore al minimo edittale;

c. Coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per uno dei delitti di cui al libro II, Titolo VIII, capo II del codice penale, ovvero per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione;

d. Coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l’igiene e la sanità pubblica, compresi i delitti di cui al libro II, Titolo VI, capo II del codice penale;

e. Coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, due o più condanne, nel quinquennio precedente all’inizio dell’esercizio dell’attività, per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali;

f. Coloro che sono sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o nei cui confronti sia stata applicata una delle misure previste dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, ovvero a misure di sicurezza.

Poiché il commercio all’ingrosso è soggetto ad abilitazione da parte della Camera di Commercio, l’attività può iniziare soltanto dalla data di invio della relativa denuncia al Repertorio Economico Amministrativo (Registro delle Imprese).

Soggetti tenuti al possesso dei requisiti morali

Per le imprese individuali, i requisiti morali devono essere posseduti dal titolare dell’impresa.
In caso di società, associazioni e organismi collettivi, i requisiti morali devono essere posseduti dal legale rappresentante e da tutti i soggetti individuati dall’art. 85 del D.Lgs n. 159/2011 (modificato dal D.Lgs. n.218/2012) – Codice delle leggi antimafia.

Requisiti oggettivi

I locali dove si svolge l’attività devono avere una destinazione d’uso compatibile con quella prevista dal piano urbanistico comunale.

Devono essere rispettate le norme e le prescrizioni specifiche dell’attività, per esempio quelle in materia di urbanistica, igiene pubblica, igiene edilizia, tutela ambientale, tutela della salute nei luoghi di lavoro, sicurezza alimentare, regolamenti locali di polizia urbana annonaria.

Per ulteriori informazioni contattare lo Studio Cianitto.

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