A chi conviene il regime forfettario?

Il regime forfettario ha introdotto le due aliquote del 5% e del 15% di imposta sostitutiva (flat tax). Ma non tutti hanno convenienza ad adottarlo, in quanto, l’imposta di sostitutiva non viene calcola sul reddito realmente conseguito dal contribuente.

Certamente, mettendo a confronto le aliquote della flat tax del 5% e del 15% con le aliquote per la tassazione dei redditi delle persone fisiche (IRPEF dal 23% al 43%), più addizionali regionali e comunali, nonché l’IRAP (aliquota ordinaria 4,82%), la scelta della convenienza è lampante.

Però, nel regime forfettario l’imposta sostitutiva viene calcolata su una base imponibile differente rispetto al regime ordinario, di fatto, i costi (componenti negativi del reddito di impresa) vengono calcolati forfettariamente con un coefficiente (percentuale) che varia da attività ad attività, così come descritta nel codice Ateco2007.

Quindi, per farsi un’idea sull’effettiva convenienza del regime forfettario, è necessario simulare e confrontare il calcolo della base imponibile, applicando le regole del regime ordinario, con il calcolo della base imponibile applicando i coefficienti di redditività introdotti dal forfettario, per poi confrontare il calcolo delle relative imposte.

Va inoltre specificato che, chi aderisce al regime forfettario perde le deduzioni e le detrazioni fiscali, come ad esempio le detrazioni per familiari a carico, le detrazioni per spese mediche e sanitarie, eccetera…. Quindi nel calcolo della convenienza va considerata anche l’eventuale perdita al diritto alle detrazioni fiscali. (Per poter usufruire delle detrazioni sarà necessario possedere anche redditi da lavoro dipendente oppure redditi da locazione senza cedolare secca.)

In sintesi,il regime forfettario è un particolare regime fiscale per professionisti e ditte individuali che permette di fruire di alcune semplificazioni fiscali e contabili, ma che soprattutto permette di applicare un’imposta sostitutiva (flat tax) del 15%, (del 5% nei primi 5 anni di attività) in sostituzione dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche), delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP.

Possono accedere al regime forfetario sia i contribuenti che iniziano una nuova un’attività e che presumono di conseguire ricavi o compensi non superiori a 65.000 euro, sia coloro che hanno già avviato un’attività, purché nell’anno precedente, abbiano conseguito ricavi o compensi sempre sotto la soglia dei 65.000 euro.

Quindi, il mancato superamento della soglia dei 65.000 euro di volume d’affari, costituisce il principale requisito per poter accedere al regime forfettario 2019.

Poi ci sono le cause di esclusione previste dall’articolo 1, commi 9-11 della legge n. 145 del 2018,

come ad esempio “ i soggetti che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari , o che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa arti o professioni” sono esclusi dal regime forfettario.

Come funziona il regime forfettario e come si calcolano l’imposta sostitutiva (flat tax)?

Mentre nel regime di contabilità semplificata il reddito viene calcolato (secondo il principio di cassa), cioè come differenza tra ricavi effettivamente incassati e costi effettivamente pagati, a prescindere dalla competenza economica.

Nel regime di contabilità ordinaria il reddito viene calcolato (secondo il principio di competenza), come differenza tra ricavi e costi maturati nell’anno, indipendentemente dalla data di incasso dei ricavi o del pagamento dei costi.

Invece, nel regime forfettario, il reddito viene calcolato applicando al totale dei ricavi o compensi percepiti nel periodo d’imposta, un coefficiente di redditività, che varia in funzione dell’attività esercitata, così come descritta nel codice ATECO 2007.

Quindi ai fini del calcolo del reddito, non contano i costi e le spese realmente sostenute dall’imprenditore o dal professionista, in quanto gli stessi vengono forfettariamente determinati applicando una percentuale sui ricavi, che varia a seconda dell’attività esercitata, così come descritta nel codice ATECO 2007.

Per quanto riguarda i contribuenti iscritti all’INPS nella sezione commercianti e artigiani, e i professionisti iscritti ad una cassa professionale, i contributi previdenziali sono deducibili dal reddito determinato forfettariamente..

Ad esempio:

Un commerciante ambulante di articoli di abbigliamento (codice ateco2007: 47.82.01)

ha un coefficiente di redditività pari al 54%, ciò significa che il suo reddito è pari al 54% del totale dei ricavi, quindi, si presume in modo forfettario che il totale delle spese e dei costi sostenuti e deducibili sono il 45% del totale dei ricavi (100 – 54 = 45).

Un Dottore Commercialista (codice ateco2007: 69.20.11) ha un coefficiente di redditività pari al 78%, significa che si presume in modo forfettario un totale di costi e spese deducibili dal reddito pari al 22% dei compensi percepiti.

Alcuni esempi numerici: Commerciante ambulante di articoli di abbigliamento (con 25.000 euro di volume di affari)

DESCRIZIONE Forfettario 5% Forfettario 15% Tassazione ordinaria
 
Compensi percepiti € 25.000,00 € 25.000,00 € 25.000,00
 
Costi sostenuti € 0,00 € 0,00 € 12.000,00
(acquisto merci, tassa di posteggio,
utenze, assicurazione, ecc.)
 
Reddito imponibile lordo € 13.500,00 € 13.500,00 € 13.000,00
(coefficiente di redditività 54%)
 
Contributi previdenziali versati € 2.475,00 € 2.475,00 € 2.475,00
 
Detrazioni varie € 0,00 € 0,00 € 1.600,00
(detrazione per lavoro autonomo,
1 figlio a carico, e spese mediche)
Reddito imponibile netto € 11.025,00 € 11.025,00 € 10.525,00
 
Imposta dovuta € 551,25 € 1.653,75 € 820,75
Nel calcolo ordinario
imposta al 23%

Nell’esempio del commerciante, nei primi 5 anni di attività conviene il regime forfettario, poi conviene quello ordinario.

Dottore Commercialista con € 25.000 di compensi annui (senza Irap)

DESCRIZIONE Forfettario 5% Forfettario 15% Tassazione ordinaria
 
Compensi percepiti € 25.000,00 € 25.000,00 € 25.000,00
 
Costi sostenuti € 0,00 € 0,00 € 12.000,00
(affitto, assistenza software,
utenze, assicurazione, ecc.)
 
Reddito imponibile lordo € 19.500,00 € 19.500,00 € 13.000,00
(coefficiente di redditività 78%)
 
Contributi previdenziali versati € 3.500,00 € 3.500,00 € 3.500,00
 
Detrazioni varie € 0,00 € 0,00 € 1.600,00
(detrazione per lavoro autonomo,
1 figlio a carico, e spese mediche)
Reddito imponibile netto € 16.000,00 € 16.000,00 € 9.500,00
 
Imposta dovuta € 800,00 € 2.400,00 € 585,00
Nel calcolo ordinario
imposta al 23%

Nel caso esposto nell’esempio la tassazione ordinaria risulta palesemente conveniente sia confrontandola con l’aliquota forfettaria del 15%, che confrontandola con l’aliquota del 5%.

Si fa presente, inoltre, per completezza, che nel caso in cui il Dottore Commercialista dell’esempio, non avesse sostenuto nessuna spesa, allora il regime forfettario sarebbe stato sicuramente il più conveniente.

Concludendo, in line di massima, il regime forfettario conviene ai soggetti che esercitano un’attività con un basso coefficiente di redditività, (così come descritta nei Codici Ateco 2007) oppure ai soggetti che hanno una minore incidenza dei costi realmente sostenuti sul fatturato, rispetto agli stessi coefficienti, in quanto beneficiano di una minore base imponibile nel calcolo dell’imposta sostitutiva, rispetto al calcolo delle imposte del metodo ordinario.

Il regime forfettario è conveniente, quindi, per soggetti con redditi elevati, soprattutto nei primi anni di vita dell’impresa.

La convenienza se adottare o meno il regime forfettario va comunque verificata caso per caso.

Per ulteriori informazioni, richiedi una consulenza: cianittopiergiorgio@gmail.com

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