Come aprire un’Azienda Agricola nelle Marche

L’attività agricola è sicuramente un’attività che non si può improvvisare, sono necessarie conoscenze e competenze specifiche, ma è anche un lavoro duro, e pertanto passione, perseveranza e dedizione sono indispensabili. Per coltivare un terreno, ad esempio, è indispensabile possedere delle nozioni sulle tipologie dei terreni, sulle relative coltivazioni, sulle concimazioni e sugli adeguati trattamenti da effettuare.

L’articolo 2135 del codice civile, aggiornato dall’art. 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, definisce “ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali ed attività connesse”.

I requisiti fissati dalla Regione Marche per ottenere la qualifica di IAP, Imprenditore Agricolo Professionale, sono:

  1. ricavare dall’attività agricola almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro;
  2. dedicare all’attività agricola almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo;
  3. possedere adeguate competenze e conoscenze professionali.

Le conoscenze e la competenza professionale necessarie alla conduzione dell’impresa agricola, si ottengono nei seguenti casi:

  1. quando l’imprenditore ha condotto un’azienda agricola, in qualità di titolare o contitolare, per almeno due anni interi;
  2. quando l’imprenditore possiede un diploma di laurea o di scuola media superiore a indirizzo agrario o diploma assimilabile, ovvero un titolo conseguito presso istituti professionali di Stato per l’agricoltura o ad essi parificati;
  3. quando l’imprenditore ha lavorato per almeno tre anni come coadiuvante o operaio agricolo a tempo pieno (almeno 104 giornate lavorative annue pari a 156 giornate contributive, L.608/96), ovvero per anni due ed ha contestualmente frequentato uno o più corsi di formazione professionale in materia agricola di almeno 150 ore complessive. Le qualifiche di coadiuvante ed operaio devono risultare dagli elenchi INPS.

Invece il coltivatore diretto è un lavoratore autonomo impegnato nella coltivazione diretta di un terreno agricolo.

Quindi è coltivatore diretto, chiunque svolga abitualmente e manualmente la propria attività agricola, di allevamento e attività connesse, a condizione che sia in grado di assicurare, da solo o con il proprio nucleo familiare, almeno un terzo della forza lavoro complessiva richiesta dalla normale conduzione, a qualunque titolo (proprietario, affittuario, usufruttuario, enfiteuta, dell’azienda agricola.
Pertanto, a differenza di un imprenditore agricolo professionale che si avvale di manodopera salariata, il coltivatore diretto impiega nella conduzione del suo fondo esclusivamente o prevalentemente manodopera familiare.

Comunque, Imprenditori agricoli e coltivatori diretti, debbono iscriversi alla Sezione speciale del registro imprese della Camera di Commercio, prendere la Partita IVA, aprire una posizione INPS per il versamento dei contributi previdenziali, e aprire una posizione INAIL contro eventuali infortuni sul lavoro.

Dal 1 aprile 2010 tutte queste pratiche devono essere inviate telematicamente tramite il canale “comunicazione unica” al registro delle imprese.

Imprenditore agricolo e legale rappresentante società invia richiesta di riconoscimento IAP a Comune di residenza o sede legale (Se esistono unità produttive aziendali in altri Comuni, richiesta di verificare a questi Comuni), allegando:

  • dichiarazione sostitutiva notorietà relativa al possesso dei requisiti IAP;
  • certificato attribuzione IVA e di iscrizione a Camera di Commercio;
  • relazione tecnico economica;
  • visure catastali e contratto di affitto;
  • modello unico dei redditi;
  • nel caso di società: copia dello statuto, visura camerale della società, copia ultimo bilancio approvato, titoli di godimento del fondo di conduzione, posizione IVA, dichiarazione sostitutiva di notorietà del legale rappresentante attestante possesso requisiti IAP;
  • nel caso di giovane imprenditore: dichiarazione di impegno a formare e condurre per almeno 5 anni azienda agricola valida, documentazione attestante disponibilità fondo per almeno 5 anni (compreso promessa di vendita, contratto di comodato), piano aziendale di previsione.

Nel caso in cui si intenda predisporre anche una vendita diretta dei prodotti agricoli, sarà necessario richiedere un permesso ASL, ossia un’autorizzazione sanitaria.

Se l’intenzione è quella di affiancare alla produzione agricola anche l’attività di vendita al dettaglio, di lavorazione e confezionamento di prodotti alimentari o di ristorazione e agriturismo, sarà necessario ottenere l’abilitazione attraverso la frequenza di un corso Haccp riguardante l’igiene alimentare, il trattamento e la conservazione dei cibi, con relativo esame e attestato, nonché il corso SAB, necessario per le attività di somministrazione e commercio di alimenti e bevande.

È possibile godere di diverse agevolazioni che possono ridurre, anche notevolmente, i costi di partenza. I contributi non sono sempre gli stessi, ma possono variare a seconda del periodo e dell’ente erogatore. Per questo è bene tenere sotto controllo i principali siti del settore, come:

  • Coldiretti sezione giovani: in cui puoi trovare i bandi per contributi a fondo perduto e richiedere la consulenza di un imprenditore della tua zona.
  • Confagricoltura: organizza spesso incontri formativi per i nuovi imprenditori e offre assistenza sulle modalità di partecipazione ai bandi.
  • Commissione europea: trovi informazioni su bandi e iniziative a livello europeo, e agevolazioni per le imprese agricole del Sud, per i giovani e per l’imprenditoria femminile.

Anche il sito della Regione può essere una fonte importante di iniziative e sovvenzioni per lo sviluppo dell’agricoltura nel territorio e la nascita di nuove imprese agricole.

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